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Autopsia Emmanuello, boss aveva ingoiato pizzini
CALTANISSETTA - Il boss latitante Daniele Emmanuello ha ingoiato alcuni pizzini prima di essere ucciso durante la fuga dal covo in cui era stato scoperto dalla polizia ieri mattina. A rivelarlo è stata l'autopsia che si è conclusa in serata, dopo cinque ore. I medici incaricati dalla procura hanno trovato i biglietti, avvolti nella plastica, nell'esofago e nello stomaco. Il contenuto è adesso al vaglio dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, Nicolò Marino e Rocco Liguori, coordinati dal procuratore aggiunto Renato Di Natale.
IN COVO BOSS ANCHE RIVELATORE MICROSPIE
Nella masseria in cui aveva trovato rifugio il boss latitante di Gela, Daniele Emmanuello, ucciso ieri mattina durante la fuga nelle campagne di Enna, è stato trovato dalla polizia di Stato un rilevatore di microspie. Gli investigatori della scientifica hanno anche trovato una carta di identità in bianco e poi ancora una fondina per pistola e numerose cartucce per il fucile trovato accanto al letto in cui dormiva il capomafia ricercato da undici anni.
BOSS UCCISO DA UN SOLO COLPO
Il boss latitante, Daniele Emmanuello, é stato ucciso da un solo colpo, sparato dall'alto, che è entrato dalla nuca ed è uscito da sotto l'ascella. Il dato emerge dall'autopsia, che si è conclusa in serata all'ospedale vecchio di Enna, eseguita dal medico legale, Cataldo Raffino. L'esame è durato circa cinque ore, ed è stato preceduto dal riconoscimento del cadavere da parte di uno dei familiari del boss mafioso ricercato da undici anni. Ieri mattina, dopo un primo sommario esame del medico legale, si era ipotizzato che Emmanuello fosse stato raggiunto durante la fuga da due proiettili, come aveva detto il procuratore aggiunto, Renato Di Natale, durante la conferenza stampa. I familiari di Emmanuello non hanno nominato alcun consulente di parte per assistere all'autopsia. La procura della Repubblica di Caltanissetta, intanto, ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo in relazione all'uso legittimo delle armi o eccesso colposo. L'inchiesta è coordinata dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia, Nicolò Marino e Rocco Liguori, e dal procuratore aggiunto, Renato Di Natale.
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Boss o non boss, la morte di un uomo fa sempre dispiacere, questa è la differenza che passa tra noi e loro, loro uccidono con il sorriso tra le labbra, noi dobbiamo farlo solo e sempre per exstrema ratio.
Non so cosa sia successo in quel caso, ma so cos'è successo qualche domenica fa su quella maledetta autostrada, e certe cose non devono mai accadere.
L'uso delle armi è disciplinato dall'art.53 del nostro codice penale e quelle regole per noi devono essere il vangelo.
Non si spara mai a un uomo che scappa di spalle.. -
SiLvIa94 Ke CrEdE aNcOrA.
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io mi aspetterei una ritorsione da parte della mafia di Gela che è anche molto potente....speriamo non succeda niente! .