Mafia Crimes - Forum Anti-Mafia

Fatti di cronoca criminale

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    05 Settembre 2017
    motivazioni sentenza denise, repimento denise pipitone, Denise Pipitone, Jessica Pulizzi, Piera Maggio, Trapani, Cronaca
    Denise Pipitone

    ROMA. Solo qualche indizio ma nessuna prova, del coinvolgimento nel sequestro della piccola Denise Pipitone, a carico della 'sorellastra' Jessica Pulizzi quattordicenne quando la bimba di quattro anni - che sarebbe nata dalla relazione di suo padre Pietro Pulizzi con Piera Maggio, sposata con Antonino Pipitone - scomparve la mattina del primo settembre del 2004 da Mazara del Vallo senza essere più ritrovata. Per questa ragione, scrive la Cassazione nelle motivazioni appena depositate di conferma del proscioglimento di Jessica, non merita obiezione l’assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Palermo nel 2015, conforme al primo grado, impugnato dal Pg di Palermo e dai familiari di Denise, compresi i due 'padri'.

    Antonino Pipitone ha fatto ricorso come esercente la potestà genitoriale insieme con la moglie, e Pietro Pulizzi ha fatto ricorso in qualità di padre naturale. I supremi giudici ricordano però che il caso, dopo tredici anni di indagini, è ancora aperto e che la sorte di Denise - sul destino della quale in questi anni si sono fatte tante ipotesi - «è tuttora sconosciuta».

    Ad avviso della Suprema Corte, Jessica non era l’unica ad avere in via «esclusiva» del risentimento verso Denise dato che anche a sua madre, Anna Corona - non accusata del reato - «era attribuibile lo stesso movente». Inoltre la sua presenza nel mercato, a 500 metri dal luogo in cui scomparve Denise, non prova nulla in un centro di «ridotte dimensioni» come Mazara.

    In particolare, la Cassazione - sentenza 40274, relatore Luca Pistorelli - ritiene che il verdetto d’appello «ha motivatamente evidenziato l’inidoneità del compendio indiziario, caratterizzato oltre che dall’elevata ambiguità intrinseca di alcune evidenze e dalla stessa incertezza di alcuni dati probatori, a formare la prova ogni oltre ragionevole dubbio della colpevolezza della Pulizzi, pur non disconoscendo la sussistenza di elementi di sospetto nei suoi confronti, primo fra tutti la forte caratterizzazione del movente posseduto dalla medesima». Il riferimento è alla gelosia di Jessica per Denise che oltre a contenderle l’affetto del padre, con la sua nascita aveva messo in crisi la vita familiare, e al risentimento per la madre della bimbetta, Piera Maggio.

    «Quel che posso dire - ha commentato la mamma di Denise - è che i colpevoli del rapimento non vengono da lontano. Uno sconosciuto non va nella periferia di una città come Mazara del Vallo a sequestrare bambini. Chi ha agito sapeva chi era Denise. Ci sono persone che sanno e non parlano per paura o per omertà. E' stata rapita una bambina, non un oggetto. Basta con l’omertà, chi sa parli».

    Denise Pipitone sparì proprio davanti a casa, tra le vie Castagnola e La Bruna, a Mazara.
    Jessica quando venne indagata aveva 17 anni, ed è sempre stata assolta al termine dei processi svoltisi a Marsala e a Palermo. In Appello è stato anche dichiarato prescritto il reato di false dichiarazioni contestato all’ex fidanzato, Gaspare Ghaleb, condannato in primo grado a due anni.

    Giornale di Sicilia.

    Un caso rimasto "irrisolto" :(
     
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    Napoli, la camorra torna a sparare
    Napoli, duplice omicidio in pieno giorno: torna la paura

    Uccisi con almeno 12 colpi d'arma da fuoco nella zona mercatale nota come "Borgo di Sant'Antonio", i due sono stati raggiunti dagli autori dell'agguato mentre si trovavano in strada. Amoroso aveva l'obbligo di soggiorno a Napoli, ai sensi della legge antimafia, e precedenti per armi, droga, evasione e rapina. Anche Dragonetti aveva precedenti penali per lesioni, contrabbando di sigarette e associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette.

    I due risultano vicini alle famiglie malavitose dei Mazzarella e dei Giuliano, ex boss di Forcella.

    La Repubblica
     
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    Omicidio al mercato del Capo,
    arrestato anche il secondo complice

    PALERMO. E’ stato arrestato il complice di Calogero Lo Presti, arrestato per l'omicidio di Andrea Cusimano, consumato sabato 26 agosto al mercato del Capo di Palermo.

    In manette è finito Fabrizio Tre Re, pluripregiudicato e sorvegliato speciale di 27 anni. Tre Re avrebbe accompagnato Lo Presti, suo parente, con una Smart nera intestata alla moglie.

    Ma perché il fruttivendolo del Capo è stato freddato la mattina del 26 agosto? Secondo le ricostruzioni degli inquirenti sembra che tutto sia nato da una lite in un pub della Vucciria tra componenti delle famiglie Lo Presti e Cusimano, probabilmente il padre del presunto assassino e il fratello della vittima.

    Una lite che nessuno aveva denunciato ma tanto importante da far scatenare un omicidio in pieno giorno. Lo Presti e Tre Re, infatti, hanno agito di fretta senza un’organizzazione più dettagliata del delitto. Infatti non si sono preoccupati di prendere una macchina che non fosse a loro collegabile e hanno anche utilizzato un vecchio revolver calibro 8.

    Quella mattina l’anziano della famiglia Lo Presti, il padre di Calogero, è arrivato davanti alla bancarella dei Cusimano, al Capo, per chiedere conto della lite della sera prima. Così tra i figli Calogero Lo Presti e Andrea Cusimano sarebbe scattato un nuovo diverbio. Il presunto killer avrebbe inseguito la vittima tra le bancarelle del mercato e poi sparato.

    Una gazzella dei carabinieri è riuscita ad intercettare l'omicida prima che riuscisse a scappare con il complice, Tre Re appunto, a bordo di una Smart nera. L’auto è stata trovata nei giorni successivi all’interno di un magazzino.

    Giornale di Sicilia, 8 settembre 2017.
     
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    Ulteriori sviluppi...

    PALERMO. La folla avrebbe cercato di ostacolare l’arresto di Calogero Piero Lo Presti, 23 anni, accusato di essere il killer di Andrea Cusimano, 30 anni, freddato in mezzo alle bancarelle del Capo lo scorso 26 agosto. Come si legge sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, emergono altri particolari sull’omicidio al mercato.

    Venerdì è stato arrestato anche il complice di Lo Presti, Fabrizio Tre Re, 27 anni, finito in manette per concorso in omicidio: dalle indagini emerge che era lui a guidare la Smart Nera a pochi metri dal luogo del delitto. I due però non avevano previsto la presenza dei due carabinieri che poi sono riusciti a fermare Lo Presti.

    Giornale di Sicilia.
     
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    Rapina con sparatoria a Giarre, la polizia ferisce un bandito

    GIARRE. Scene da film western ieri sera intorno alle 20,30 in pieno centro storico a Giarre, con spettacolare inseguimento a piedi e sparatoria con ferito. Protagonisti gli agenti della squadra mobile di Catania e un gruppo di cinque rapinatori. L'episodio si è svolto nel quartiere "Carmine", in particolare nella zona compresa tra la via Teatro, via Don Tommaso Leonardi e via Alfieri.
    Secondo quanto è stato possibile apprendere i malviventi, con il volto travisato da cappucci, avrebbero tentato di rapinare una coppia di commercianti di cinesi, titolari di un grosso negozio, mentre i due rientravano in casa al termine della giornata lavorativa, presumibilmente con l'incasso, in un complesso di via Don Tommaso Leonardi. Le vittime erano davanti al portone di ingresso del palazzo quando sarebbero state picchiate e ferite dai rapinatori che sono stati interrotti nell’azione criminale dagli agenti della Polizia intervenuti a sorpresa. Alla scena avrebbero assistito anche bambini in tenera età.
    Colti di sorpresa i malviventi avrebbero cercato di scappare, inseguiti a piedi. Durante l'inseguimento è avvenuta la sparatoria (sarebbero stati esplosi almeno 5 colpi di pistola, un proiettile ha fracassato il lunotto di un suv in sosta). La banda è stata bloccata all’angolo fra le vie Don Tommaso Leonardi Alfieri. Il commando sarebbe arrivato a Giarre tramite una Fiat Tipo bianca. Non è escluso che altri componenti del commando siano riusciti a fuggire.
    Uno dei cinque banditi, tra cui un nordafricano, nel corso della sparatoria è stato ferito alla caviglia. Immediatamente soccorso dal 118 è stato condotto in ambulanza all'ospedale Cannizzaro, dove, per accertamenti, è stata condotta anche la coppia di cinesi vittima della rapina, che avrebbero riportato contusioni al volto. Fino a notte fonda sono stati compiuti i rilevi della polizia scientifica, presente anche il capo della Squadra Mobile, Antonio Salvago. Repertati i bossoli esplosi durante l'inseguimento. I cinque "compari" sono stati posti in stato di fermo.

    Giornale di Sicilia
     
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    Sparatoria nella notte a Catania, ferito un 35enne

    CATANIA. Un 35enne, A. T., è stato ferito la notte scorsa durante una sparatoria a Catania. L'uomo è stato colpito alla coscia destra da un colpo di pistola.

    Ferito in via Curia è stato medicato nel pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele ed è stato poi dimesso con una prognosi di circa 10 giorni.

    Alla polizia di Stato l'uomo ha detto di avere sentito un'esplosione e un dolore alla coscia, ma di non avere visto chi ha sparato. Il movente, secondo una prima ipotesi, potrebbe essere riconducibile alla sfera personale del 35enne.

    Sull'episodio indaga la squadra mobile della Questura di Catania

    23/09/ Giornale di Sicilia
     
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    Un morto e un ferito a Palermo, fermata donna di 20 anni

    Vittime due fratelli. Forse movente è lite di vicinato



    Due fratelli, Leonardo e Giuseppe Bua, sono stati affrontati in piazzetta Caruso a Palermo, da qualcuno che ha esploso contro di loro numerosi colpi di pistola. Leonardo è morto mentre Giuseppe è gravemente ferito ed è stato trasportato nell'ospedale Villa Sofia. I sanitari del 118 giunti nella piazzetta hanno constatato la morte di Bua. Indagano gli agenti della squadra mobile.

    I due fratelli sono stati affrontati nel pomeriggio, in piazzetta Caruso, vicino casa. Lì sono sono stati colpiti da numerosi colpi di pistola; il primo è stato ucciso, il secondo è stato ferito gravemente ed è stato portato in Rianimazione nell'ospedale Villa Sofia.

    Una giovane donna è stata fermata dalla polizia perchè sarebbe stata lei a sparare uccidendo i due fratelli.

    Immagini video acquisite dalla squadra mobile di Palermo, diretta da Rodolfo Ruperti, riprenderebbero le fasi dell'omicidio di Leonardo Bua e del ferimento del fratello Giuseppe, nella piazzetta Caruso nella zona marinara dell'Arenella, a Palermo. Lo apprende l'ANSA da fonti investigative. Per il delitto è stata fermata una donna di 20 anni. A indicarla come la responsabile della sparatoria, nella zona marinara dell'Arenella a Palermo, sono stati i familiari delle vittime e alcuni testimoni. Gli investigatori stanno cercando l'arma che ha sparato, mentre sono in corso gli accertamenti con il guanto di paraffina per verificare la presenza di tracce di polvere da sparo sulla donna.

    Ansa.

    Non Bastano i delitti di mafia, ci sono anche quelli locali e passionali !. :B):
     
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    Sparatoria a Catania nella notte, ferito il titolare di un bar

    CATANIA. Sparatoria a Catania ieri in tarda serata in viale Mario Rapisardi. Gravemente ferito Angelo Torrisi, 47 anni, titolare dell'omonimo bar. L’uomo è stato raggiunto da diversi colpi di pistola ed è attualmente ricoverato in ospedale.

    Sembra che due persone a bordo di uno scooter gli abbiano sparato contro e poi siano fuggite via. Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra mobile di Catania e la polizia e la scientifica per effettuare tutti i rilievi.

    Torrisi è stato soccorso e trasportato nell'ospedale Garibaldi dove è ricoverato con la prognosi riservata. Per i medici le sue condizioni sono molto gravi. Nonostante la modalità dell'agguato la squadra mobile della polizia di Stato, che indaga, pur non escludendo alcuna ipotesi, ritiene più probabile che il tentativo di omicidio possa essere maturato nella sfera personale della vittima, che non aveva precedenti penali.

    Per questo gli investigatori stanno cercando di ricostruire la sua personalità e le sue ultime frequentazioni, sentendo familiari e amici, per risalire a elementi utili alle indagini. La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta.

    21/10/2017 Giornale di Sicilia
     
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    Palermo, raid in casa del commerciante
    di tappeti Toluian: legato e rapinato.

    PALERMO. Una rapina è avvenuta nella notte a Palermo in casa di Hushmand Toluian, 80 anni, commerciante egiziano di tappeti persiani.

    Tre rapinatori incappucciati e armati di pistola intorno all'1.30 di notte sono entrati nell'appartamento, in via XII Gennaio, e hanno immobilizzato il commerciante, legandolo mani e piedi. I malviventi hanno portato via quadri di valore, oggetti in oro e duemila euro in contanti. A lanciare l'allarme è stato lo stesso commerciante che è riuscito a chiamare una dipendente, la quale ha chiesto l'intervento dei carabinieri che indagano.

    24 Ottobre 2017 Giornale di Sicilia
     
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    Stanotte tre detenuti evasi dal carcere di Favignana: hanno segato le sbarre. C'è anche un ergastolano

    FAVIGNANA. Intorno alle 3 di stanotte tre uomini sono evasi dal carcere dell'isola di Favignana, sembra dopo aver segato le sbarre. La notizia è stata confermata dalla direzione del penitenziario.

    Fra i tre evasi c'è anche un ergastolano, Adriano Avolese, condannato per omicidio, originario di Pachino, nel Siracusano. Gli altri due sono di Vittoria: Giuseppe Scardino e Massimo Mangione che avrebbero dovuto finire di scontare la pena nel 2032 e nel 2037.

    I tre dopo aver segato le sbarre sono saliti sul tetto del reparto e con delle lenzuola a mo' di fune, si sono lanciati sul muro di cinta. Poi, sempre con le stesse lenzuola, si sono calati sulla strada.

    Il sindacato autonomo della polizia penitenziaria Sappe, era stato il primo a dare la notizia dell'evasione, sia pur sotto forma di indiscrezione. Il sindacato giudica quanto accaduto "un evento irresponsabile e gravissimo, per il quale sono già in corso le operazioni di polizia dei nostri agenti per la cattura degli evasi. Nei primi sei mesi del 2017 si sono verificate nelle carceri italiane 6 evasioni da istituti penitenziari, 17 da permessi premio e di necessità, 11 da lavoro all'esterno, 11 da semilibertà e 21 mancati rientri di internati", spiega Donato Capece, segretario generale del sindacato.

    "La sicurezza interna delle carceri - aggiunge - è stata annientata da provvedimenti scellerati".

    Giornale di Sicilia 28.10.2017

    Evasione davvero "classica"...
    Ditemi come è possibile scappare da Favignana....
    Senza buoi appoggi !. :B):
     
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    Busta con proiettili e lettera di minacce per il sindaco di Avola

    SIRACUSA. Un foglio bianco con una croce e la scritta "I consiglieri uguali" e tre bossoli di una pistola scacciacani è il contenuto di una busta indirizzata al sindaco di Avola, Luca Cannata.

    Immediate sono scattate le indagini degli agenti del commissariato. "Non ci lasciamo intimidire - ha detto il sindaco Cannata - Vado avanti per la mia strada con la politica del fare".

    Per il sindaco è la quarta minaccia di questo tipo, ma la prima che contenga anche proiettili. Secondo gli investigatori l'autore di questa lettera potrebbe essere lo stesso delle altre. Il prefetto Giuseppe Castaldo ha chiamato Cannata assicurandogli l'impegno della Prefettura.

    Giornale di Sicilia 23/122017

    Gli hanno fatto gli Auguri di Natale !. :B):
     
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    Testa di pecora sull'auto del genero di un dipendente comunale di Rosolini

    ROSOLINI. Intimidazione a Rosolini: una testa di pecora bianca mozzata, è stata lasciata sul cofano di un'auto di un giovane ingegnere, genero di un dipendente comunale. Come riporta il Giornale di Sicilia l'episodio è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorso, in via Tiepolo, a pochi passi dalla frequentata via Santa Alessandra.

    Tra le ipotesi il fatto che il macabro messaggio sia rivolto al suocero, responsabile del settore Ecologia a Rosolini, che ricopre un ruolo delicato con la gestione della raccolta rifiuti e della protezione civile.

    Dal Giornale di Sicilia 08/01/2018

    Più Intimidazione "Mafiosa" di così.....Non si può !. :B):
     
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    Un altro minore aggredito a Napoli, pugni e insulti da una baby gang

    NAPOLI. Insulti e poi un pugno in faccia: un altro minore è stato aggredito a Napoli. Ieri sera, verso le 21.30, davanti alla stazione della metropolitana 'Policlinico' un sedicenne ha riferito di essere stato avvicinato da un gruppo di ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, che non conosceva. Prima hanno iniziato ad insultarlo, poi lo hanno colpito al volto con un pugno rompendogli il naso.

    Il minorenne è andato a casa e poi con i genitori si è recato all’ospedale Vecchio Pellegrini dove gli è stata refertata una prognosi di 30 giorni.

    Il ragazzino ha rifiutato il ricovero. La polizia, che non è intervenuta sul posto ma è stata allertata in ospedale, sta accertando i fatti.

    15/01/2018 Giornale di Sicilia
     
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    Nuovo attentato incendiario, rogo distrugge due auto a Riesi

    RIESI. Si allunga in provincia di Caltanissetta la scia di attentati incendiari. Questa volta i malviventi sono entrati in azione a Riesi, nel cuore del centro storico del piccolo paese nisseno.

    Intorno alle 23, un incendio ha danneggiato una Ford Focus, che era parcheggiata in piazza Crocifisso. La macchina era stata noleggiata da un rumeno da una società. In pochi minuti, il rogo si è propagato ad un’altra macchina che era parcheggiata nelle vicinanze, una Skoda station wagon. Sul posto per domare le fiamme si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco e di una pattuglia di carabinieri della stazione di Riesi per i rilievi di rito. Il rumeno ha dichiarato di non avere sospetti e di non aver ricevuto né minacce, né richieste di denaro.

    28/01/2018 Giornale di Sicilia.
     
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    Incendiati rimorchi e tir di un'azienda di trasporti a Vittoria

    VITTORIA. Un incendio ha distrutto 3 semirimorchi ed un autotreno parcheggiati nel piazzale di una ditta di autotrasporti a Vittoria. E’ l’ennesimo atto intimidatorio che si registra a Vittoria, capitale dell’ortofrutta in Sicilia. I vigili del fuoco che confermano la matrice dolosa sono intervenuti poco prima della mezzanotte di domenica per spegnere l’incendio. Le fiamme, stando agli ultimissimi esiti delle indagini, sono state appiccate in almeno un paio di punti. I danni sono ingenti e il proprietario della ditta, sentito dagli inquirenti, avrebbe riferito di non aver ricevuto richieste o minacce estorsive.

    Proprio un anno fa un altro incendio distrusse quattro tir del Consorzio Caair, parcheggiati nell’area antistante il mercato ortofrutticolo di Vittoria, il più grande per volume d’affari del Meridione. All’interno della cabina di uno degli autocarri dormiva un autista che rimase ferito.

    or/o2/2018 Giornale di Sicilia.
     
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