Mafia Crimes - Forum Anti-Mafia

Fatti di cronoca criminale

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    Assalto a un portavalori a Palermo, metronotte rapito e poi rilasciato. I banditi fuggono coi soldi.

    PALERMO. Tre rapinatori a volto coperto armati di fucile hanno assaltato un portavalori con a bordo personale della Saetta trasporti in via Salvatore Puglisi, zona via Autonomia siciliana. I tre hanno portato via un bottino, ancora da quantificaere, e hanno rapito uno dei due metronotte, che hanno caricato a bordo di un Fiat Doblò.

    Il metronotte è stato poi rilasciato poco più avanti all’altezza di via Bono. I rapinatori sono fuggiti probabilmente a bordo di un’altra vettura. Intanto l’altro metronotte è rimasto sul posto e per lo shock ha accusato un malore. La polizia ha intercettato il Doblò e l’autista rapito che però non ha saputo dire verso dove sono fuggiti i criminali, perché richiuso nel vano del furgone.

    La polizia è alla ricerca dei fuggitivi con diverse volanti e un elicottero che sta sorvolando la città per individuare i fuggitivi.
    Intanto è stata chiamata la polizia scientifica per prelevare tracce e impronte digitali che i rapinatori potrebbero aver lasciato sul Doblò.

    Sito Giornale di Sicilia.

    Prendi i soldi e ...scappa !.
    Mi ricorda un vecchio film di Wooody Allen
     
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    Intimidazione, 400 ettari di ulivi distrutti tra Modica e Pozzallo

    RAGUSA. Strage di alberi di ulivo e di carrubo in un' area di 400 ettari tra Modica e Pozzallo e in un piccolo appezzamento di terreno a Donnalucata. Ignoti iniettano sostanze diserbanti sulle radici degli alberi, bruciandoli ed uccidendoli. Oppure utilizzano un trapano per iniettare direttamente dentro i tronchi liquidi tossici, che si espandono lentamente fino alle foglie. Il risultato è micidiale: alberi ancora giovani si anneriscono e perdono le foglie.
    È una vera e propria strage che si registra da qualche mese ma che adesso registra una escalation eccezionale con interventi a macchia di leopardo per rendere più difficile l' intervento delle forze di polizia allertate dai proprietari.
    Dopo gli accertamenti fatti è stata esclusa l' ipotesi parassitaria considerato che la tossicosi e la degenerazione fogliaria si trovano di fatto a macchia di leopardo, per quanto estesa e in continua progressione e contemporanea anche a fatti criminosi minori come danneggiamenti a muri a secco o di cancelli in legno , all'interno dell' appezzamento di terreno preso di mira.

    14/08/2016 sito Giornale di Sicilia
     
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    Palermo, colla nelle serrature di due negozi della catena "Ke Palle"

    PALERMO. Gli impiegati di due negozi della catena di vendita di arancine «Ke Palle», hanno trovato le serrature cosparse di colla attak. I negozi sono in via Maqueda e nei pressi del teatro Politeama. È la prima volta che i titolari della catena ricevono un'intimidazione di chiaro stampo estorsivo.

    Sui due episodi indaga la polizia.


    05 Ottobre 2016 Giornale di Sicilia
     
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    Agguato a Napoli, un morto e un ferito

    ANSA - NAPOLI, 7 NOV - Una persona è morta e un'altra è rimasta ferita in un agguato a colpi d'arma da fuoco scattato la scorsa notte su viale dei Pini, nella zona dei Colli Aminei di Napoli.
    Un uomo di 28 anni, Antonio Bottone, già noto alle forze dell'ordine, è stato gravemente ferito ed è morto durante il trasporto nell'ospedale Cardarelli. Ferito anche un giovane, Daniele Pandolfi, di 21 anni, in maniera meno grave. L'agguato è avvenuto nei pressi di una 'cornetteria'. Sull'accaduto sono in corso indagini da parte dei Carabinieri. (ANSA).
     
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    Omicidio nelle campagne di Riesi, ucciso un pluripregiudicato

    RIESI. Omicidio all’alba di questa mattina nelle campagne di Riesi. La vittima è un pluripregiudicato di 57 anni, Francesco Tabbì. E’ stata una telefonata anonima, giunta alla centrale dei carabinieri intorno alle 9, ad avvisare che si erano uditi degli spari. Giunti sul posto, in contrada Maggio, una zona impervia dell’agro riesino, i militari hanno rinvenuto il cadavere dell’uomo, crivellato di colpi.

    Giaceva nei pressi di un trattore, a pochi passi da un casolare. In zona, è giunto anche il magistrato di turno. Il luogo del gravissimo fatto di sangue è attualmente setacciato in lungo ed in largo: non sono stati trovati bossoli. Si scava nel passato della vittima che aveva avuto numerosi contrasti familiari. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è legato alla sfera personale.

    10 Dicembre 2016 Giornale di Sicilia
     
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    Fine anno ci occupiamo di fatti di cronaca diciamo "più leggeri".
    Ma sempre gravi.
    Specie se riguardano gli anziani.
    Questa truffa va avanti da moltissimi anni e colpisce ancora:

    "Riceverai un'eredità, ma devi pagare il notaio": anziano truffato

    PALERMO. Hanno truffato un settantenne di Barcellona Pozzo di Gozzo, facendogli credere di dover ricevere un cospicua eredità da un fantomatico riccone morto. Ma per ricevere la sua parte la vittima doveva partecipare alle spese notarili.

    L’episodio è accaduto il 30 novembre scorso. Nella trappola è caduto un pensionato che ha creduto di poter entrare in possesso di una parte dell’eredità di 25.000 euro un ricco uomo svizzero. Due suoi conoscenti gli hanno chiesto la cifra di 4.000 euro per partecipare alle spese notarili per poi scappare via.

    I due sono stati rintracciati e denunciati all’autorità giudiziaria dagli agenti di Barcellona Pozzo di Gotto. Dopo la denuncia della vittima, i poliziotti hanno ricostruito tutte le fasi della truffa, ripercorrendo orari e spostamenti. Hanno poi effettuato i dovuti riscontri attraverso i filmati registrati dagli impianti di videosorveglianza presenti nelle aree percorse dai truffatori sino all’individuazione dell’autovettura. I due messinesi di 59 e 65 anni sono accusati di truffa in concorso.
     
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    Catania, giovane ferito con due colpi di pistola a fianco e ginocchio
    CATANIA. Un uomo, di 25 anni, è stato ferito, la notte scorsa, con due colpi di pistola, sparati mentre era nella storica via del Plebiscito a Catania. Colpito a un fianco e a un ginocchio, è stato curato da medici del pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele e poi dimesso.

    L'uomo il 26 ottobre del 2016 era stato indagato in stato di libertà, per un furto, nell'ambito dell'operazione 'Target' della squadra mobile della Questura contro 16 presunti appartenenti al clan Mazzei.

    Agli agenti della polizia di Stato, che indagano sul ferimento di ieri, ha detto di non sapere chi ha sparato, né di avere subito minacce. Sull'accaduto ha aperto un'inchiesta la Procura di Catania.


    02 Gennaio 2017 Giornale di Sicilia
     
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    Colpi di pistola contro l’auto di un commerciante ad Agrigento

    AGRIGENTO. Tre colpi di pistola sono stati esplosi, durante la notte fra venerdì ed ieri, contro l'autovettura di un commerciante trentaquattrenne di Agrigento. È accaduto nella zona dello stadio Esseneto. La Freemont Fiat - secondo la ricostruzione della polizia - era stata lasciata posteggiata lungo il ciglio della strada quando il violento danneggiamento, che ha il "sapore" dell'intimidazione, è stato messo a segno. Fatta la scoperta, è stato lanciato l'Sos - attraverso la centrale operativa della polizia di Stato.

    Nella zona dello stadio Esseneto si sono precipitate le pattuglie della sezione "Volanti" che hanno raccolto la denuncia, contro ignoti, ed effettuato un mirato sopralluogo. Spetterà agli accertamenti della polizia Scientifica della Questura di Agrigento stabilire che tipo di arma sia stata effettivamente utilizzata. Delle indagini, naturalmente, si occuperanno i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento.

    Nella tarda mattinata di ieri, quando ancora non c'erano riscontri ufficiali da parte degli investigatori che stavano anzi iniziando ad effettuare gli esami e gli accertamenti sull'autovettura, sembrava trattarsi di una pistola.

    DAL GIORNALE DI SICILIA 19/02/2017
     
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    Sparatoria in un chiosco a Petrosino, feriti 2 minorenni: è caccia all'uomo

    PETROSINO. Si sarebbero trovati sulla direzione di colpi d’arma da fuoco esplosi contro qualcun altro. E solo per un puro caso non è finita in tragedia. Il vero obiettivo è stato mancato, mentre loro, due ragazzi e una ragazza (almeno due sono minorenni), sono stati feriti solo di striscio.

    È accaduto ieri, intorno alle 19.30, nei pressi di un chiosco accanto al Municipio. In viale Giacomo Licari, luogo di ritrovo dei giovani della zona. Secondo le prime ricostruzioni, pare che un uomo sia entrato in una locale pubblico accanto il palazzo municipale e, dopo avere spento la luce all’interno, con una pistola abbia cominciato a sparare verso l’esterno.

    Almeno sei o sette i colpi esplosi. E alcuni di questi, forse anche di rimbalzo, hanno colpito i tre giovani che erano fuori. Immediatamente, c’è stato un fuggi-fuggi generale. E mentre lo sparatore si allontanava (i carabinieri, sulla base di alcune testimonianze, sarebbero già sulle sue tracce), è stato chiamato il 118. I tre feriti sono stati, quindi, trasportati al Pronto soccorso dell’ospedale «Paolo Borsellino» di Marsala, dove i medici hanno giudicato le loro condizioni non gravi. Sembra che un proiettile abbia colpito un pilastro e, deviato, ha ferito di striscio un ragazzo alla nuca e una ragazza al petto.

    13 Marzo 2017 Giornale di Sicilia.
     
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    Spari in un bar dopo lite, rapinatore incastrato da telecamere: arrestato a Vittoria

    VITTORIA. E’ stato identificato e arrestato dalla polizia di Stato il rapinatore che il 26 gennaio scorso ha assalito il bar della stazione di Vittoria, sparando due colpi di pistola, uno dopo una colluttazione con il titolare dell’esercizio.

    Il bandito ha fatto irruzione esplodendo un colpo di pistola in aria. Il proprietario, quando il rapinatore ha minacciato di sparare a sua moglie, si è avventato contro di lui per disarmarlo e l’uomo ha sparato un altro colpo che fortunatamente non ha colpito alcuno dei presenti. Rimasti illesi i figli piccoli del proprietario e gli avventori.

    Le indagini della Squadra Mobile di Ragusa e del commissariato della polizia di Stato di Vittoria,, grazie allo studio delle immagini di video sorveglianza, hanno permesso di rinvenire poche settimane dopo, la pistola utilizzata per la rapina. Fondamentale la comparazione balistica della polizia Scientifica sui bossoli rinvenuti al bar e le cartucce contenute ancora nella pistola risultate perfettamente identiche.

    Giornale di Sicilia 24 Marzo 2017 :giljotiini.gif:
     
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    Mafia: boss Giuseppe Dainotti ucciso in strada a Palermo

    Giuseppe Dainotti, 67 anni, capomafia scarcerato nel 2014, è stato ucciso a colpi di pistola, in strada, a Palermo. Sarebbe stato affiancato da due killer, forse in moto, che gli avrebbero sparato in testa. La vittima era in bici, in via D'Ossuna, nel quartiere Zisa. A chiamare la polizia sono stati alcuni residenti della zona che hanno sentito i colpi di arma da fuoco.

    22 maggio 2017 Agenzia Ansa.

    Si torna a sparare per strada....
    Gran Brutto Segno !. :B):
     
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    Uomo del clan Porta Nuova, condannato all'ergastolo poi scarcerato: chi è il boss ucciso alla Zisa

    PALERMO. Quello di Giuseppe Dainotti è un nome importante negli organigrammi mafiosi. Boss del mandamento di Porta Nuova, fu condannato per omicidio e per la rapina miliardaria al Monte dei Pegni nel 1991.

    Venne scarcerato, nonostante la condanna all'ergastolo, grazie a una sentenza della Corte Costituzionale che bocciò il cosiddetto "ergastolo retroattivo", giudicando illegittima una norma che, in determinati casi, consentiva retroattivamente l'applicazione del carcere a vita anziché quella della pena più favorevole dei 30 anni.

    La Cassazione, in forza del verdetto, dovette commutare in 30 anni diverse condanne all'ergastolo, tra cui quella di Dainotti. Che nel 2014 fu liberato per espiazione della pena. Il verdetto della Consulta seguiva la cosiddetta legge Carotti che, entrata in vigore nel gennaio 2000, consentiva ai colpevoli di reati per cui era previsto l'ergastolo di vedere commutata la pena in 30 anni di carcere se chiedevano il rito abbreviato.

    A questa legge, nel novembre 2000 seguì un decreto interpretativo, che, di fatto, all'art. 7 ne cancellava i contenuti, stabilendo che chi chiedeva l'abbreviato aveva diritto solo a non fare l'isolamento diurno. Ma questa lettura della norma venne prima respinta dalla Corte di Strasburgo, poi dalle sezioni unite della Cassazione nell'aprile 2012 e quindi dalla Corte Costituzionale.

    22/05/Giornale di Sicilia.
     
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    Catania, vedova uccisa al cimitero Arrestato il figlio: svolta dopo 3 anni
    Incastrato dall'esame del Dna.

    CATANIA. E’ stato incastrato dalle tracce del suo dna il figlio di Concetta Velardi, la vedova di 59 anni assassinata con colpi di pietra il 7 gennaio 2014 nel cimitero di Catania. La polizia scientifica ha trovato tracce biologiche sul luogo del delitto, che sono state confrontate con quelle del figlio. Gli agenti della polizia hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Angelo Fabio Matà perché ritenuto responsabile dell’omicidio della madre.

    Inizialmente insieme a Matà c’erano altri due indagati, che conoscevano la donna e che nel giorno del delitto sarebbero stati in zona. Fu proprio Matà a trovare il cadavere della madre che aveva accompagnata a fare visita, come ogni giorno, al marito Angelo e all'altro figlio di Maria Concetta Velardi, Lorenzo, entrambi morti per i postumi di malattie incurabili. Il corpo è stato trovato non distante dalla cappella di famiglia.

    Matà si era allontanato per andare al bar e al ritorno, ha raccontato agli inquirenti, portando il caffè alla madre, l'ha trovata per terra, assassinata con colpi di pietra alla testa. Nel febbraio 2014 l’avvocato di Matà, Giuseppe Lipari, aveva fatto richiesta di riesumare la salma della donna. Ma nel novembre successivo il gip Alessandro Ricciardolo aveva rigettato la richiesta riesumazione.I particolari dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso la sala riunioni della questura di Catania alle 10,30.

    31 Maggio 2017 Giornale di Sicilia

    e dire che si pensava ad un omicidio di mafia.....
     
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    Fragalà, boss furiosi: "Non dovevate ucciderlo"

    PALERMO. «E mi disse: “Statti zitto, ca cumminò un casino, chiddi i ddà supra sunnu incazzati cu iddu... avia essere una passata i colpi i ligna e l’ammazzò”».

    Eccolo, Salvatore Bonomolo, detto Salvino, 52 anni compiuti da poco: dice la sua sull’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, un caso che da intricato si sta trasformando in una sorta di guerra tra pentiti e dichiaranti. Come anticipato ieri dal Giornale di Sicilia, il 23 febbraio 2010, la sera dell’aggressione a bastonate al penalista (morto tre giorni più tardi, a causa delle ferite), Bonomolo non c’era: però sa - o saprebbe - per avere appreso tutto in carcere, da Giuseppe Auteri, mafioso di Porta Nuova e suo vecchio amico («Gestivamo assieme le macchinette, con Giuseppe u Terremoto»), preoccupato perché aveva «curato» la vittima designata, avrebbe cioè studiato i movimenti del penalista assieme a Francesco Arcuri, uno dei sei imputati del processo, che inizierà il 17 luglio.

    Proprio con «iddu», cioè Arcuri, secondo ciò che Auteri avrebbe riferito a Bonomolo, si sarebbero infuriati «chiddi i ddà supra», i boss di Pagliarelli del clan di Nino Rotolo. Il delitto viene definito «un favore» fatto loro dal mandamento di Porta Nuova. Rotolo - ma questo Bonomolo, che del movente sa ben poco, non lo dice - se la sarebbe presa perché l’avvocato, pochi giorni prima dell’aggressione, aveva letto in aula, in tribunale, una lettera della moglie del boss, che si scusava con un prestanome.

    30/06 Giornale di Sicilia
     
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    L'omicidio di Campobello, Marcianò aggredito alle spalle e freddato con tre colpi

    TRAPANI. Probabilmente non si è neanche accorto. Giuseppe Marcianò è stato colpito alle spalle. Freddato con tre colpi alla schiena, precisi e devastanti. È morto all’istante. Questi sarebbero alcuni degli elementi emersi dall’autopsia effettuata ieri a mezzogiorno al cimitero comunale di Mazara del Vallo sul corpo dell’imprenditore agricolo, assassinato mentre si trovava giovedì scorso nel suo terreno in Contrada Bosco Vecchio, a Tre Fontane, a Campobello. Dalla modalità sembrerebbe quasi un’esecuzione: tre colpi dritti alla schiena, due diverse armi da fuoco, un fucile e una pistola.

    L’autopsia durata circa tre ore è stata eseguita dal professor Paolo Procaccianti dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo e dal medico legale Antonino Margiotta di Campobello di Mazara.

    Presenti al cimitero il cognato e il suocero di Marcianò Andrea e Pino Burzotta. L’autorità giudiziaria ha già dissequestrato la salma che però è rimasta all’obitorio. La famiglia potrà vederla prima della celebrazione dei funerali che si svolgeranno domani mattina nella chiesa San Francesco a Mazara del Vallo.

    09/07/2017 Giornale di Sicilia
     
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