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COSA NOSTRA AMERICANA FAMIGLIA GAMBINO

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  1. robertove
     
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    La famiglia Gambino era una delle più potenti famiglie mafiose di New York e di tutti gli Stati Uniti.

    Probabilmente la più famosa in particolare per il carisma del suo boss Carlo Gambino, uomo capace di dirigere le fila dell'organizzazione agendo nell'ombra e senza esporsi. Carattere all'apparenza mite e pacato, Gambino ha diretto per quasi un ventennio l'attività criminale della famiglia (da metà degli anni 50 fino alla sua morte per cause naturali, nel 1976) sfruttando la sua rinomata 'invisibilità' e intelligenza. Legato ai valori tradizionali mafiosi, aveva come arma principale l'astuzia più che la violenza. Non fu mai arrestato durante la sua 'reggenza' e pare sia il Don che ha maggiormente ispirato il personaggio di Vito Corleone nel film Il Padrino.

    Scelse come successore "Big" Paul Castellano (suo cognato) nonostante il candidato maggiormente indicato fosse il suo sottoboss Aniello Della Croce. Big Paul non fu mai amato dai suoi soldati e pur essendo un Don raffinato ed elegante, non riuscì mai ad essere all'altezza del suo predecessore in quanto a lungimiranza e doti organizzative. Per paura di attentati e tradimenti soleva dirigere i suoi affari nella sfarzosa residenza (ispirata alla Casa Bianca) che aveva fatto costruire a Staten Island. Arrestato nel 1984 a seguito di pedinamenti e intercettazioni dell'FBI, la sua prima preoccupazione che confidò agli agenti fu quella relativa alla scoperta della sua relazione segreta con una cameriera. Con la morte di Della Croce, a capo del clan rivale di Castellano, Big Paul ha i giorni contati. Il giovane John Gotti (col il suo fidato Sammy 'The Bull' Gravano) capisce che tolto di mezzo Castellano sarà lui il nuovo e incontrastato boss della Famiglia Gambino. Il 16 Dicembre 1985, nascosto in una macchina parcheggiata nei pressi, Gotti assiste all'esecuzione di Castellano che lui stesso ha ordinato. Big Paul viene freddato da sei colpi di pistola alla testa e al collo mentre sta scendendo di macchina per andare a cena in un rinomato ristorante di Manhattan. Anche il suo autista, nonché vice, Bilotti viene assassinato. Gotti è il nuovo Don, il boss dei boss della Grande Mela e probabilmente l'ultimo grande padrino. Gotti capisce subito che un vero Don ha bisogno del consenso e dell'appoggio popolare. La gente lo adora e lo venera come una divinità. Appare anche sulla copertina di Time. La sua popolarità è alle stelle, al pari di quella di Al Capone. Sfoggia completi da 2000 dollari, rilascia laute mancie, ha un sorriso ed una battuta per tutti. Le donne lo adorano (una giornalista arriva ad affermare che la sua camminata è quanto di più sexy possa esistere). Più che un mafioso John Gotti è un fenomeno mediatico. Ma dalle intercettazione e dai filmati dell'Fbi un'altra realtà viene a galla. Quella di un uomo sanguinario, rozzo e violento ma allo stesso tempo capace di farsi scivolare addosso tutte le accuse che gli vengono rivolte. Tanto da essere soprannominato il Don di Teflon, come le padelle antiaderenti. Gotti esce vittorioso da ogni processo con la folla fuori dal tribunale pronta a festeggiare l'ennesima dichiarazione di innocenza. Ma quando Sammy Gravano nel 1992, suo fidato vice, tradisce per paura che il suo boss faccia ricadere su di lui tutte le accuse, per John Gotti cala definitivamente il sipario. Testimoni affermano che mentre Gravano rivelava alla Corte gli omicidi che il suo boss aveva ordinato, Gotti neanche lo degnasse di uno sguardo. Sprezzante fino alla fine viene condannato al carcere a vita con divieto di parola e con una sola ora d'aria al giorno. Morirà di cancro nel 2002. Ai suoi funerali a New York una scia di folla in lacrime renderà omaggio all'ultimo Don. Come neanche a un capo di stato. La famiglia Gambino è decapitata, la mafia americana è alle corde
     
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0 replies since 1/12/2007, 11:37   396 views
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